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Daniele Di Bonaventura - Nadir (2013)

Daniele Di Bonaventura - Nadir (2013)
Tracklist:

CD 1
1. Maria e il mare 01:35
2. Così lontano...così vicino 08:34
3. Sine nomine 07:34
4. Preludio e danza 05:58
5. Litania 05:45
6. Nadir 04:57
7. Vola vola vola 05:49
8. Canto 07:04
9. L'ultimo addio 05:16
10. Maria e il mare (Reprise) 02:35

CD 2
11. Kyrie Eleison 03:43
12. La mia terra 04:52
13. Giochi tonali 05:12
14. Metafora semplice 04:39
15. Diaries 04:51
16. Nadir (Piano version) 06:04
17. Movimento Andino 06:35
18. Corale 05:32
19. Tony's lament 05:41
20. Orizzonte 04:23
21. Preghiera 03:26

Un disco come questo era nell'aria da tempo, da quando Daniele Di Bonaventura ha iniziato a far trapelare senza più ritrosie la sua altra pelle, accanto a quella del bandoneonista, ovvero quella di pianista (che poi, cronologicamente parlando, arriva pure prima). E appare quindi indovinato che Nadir - complice Paolo Fresu - sia venuto fuori come doppio CD, con le succitate due anime che si accaparrano un dischetto a testa.

Diciamo subito che il Di Bonaventura che più amiamo rimane il primo, capace di abbandoni e ritegni a cui uno strumento dell'indicibile pathos (ri)evocativo del "piccolo organo" argentino (in realtà tedesco, di nascita) dà voce nella maniera più consona, sul piano idiomatico e soprattutto poetico-emozionale.

Quegli stessi abbandoni, spogliati di tale pelle e trasposti sul versante di un classico piano trio di almeno nominale ascendenza jazzistica, finiscono infatti per scivolare un po' sulla buccia di banana di un descrittivismo a tratti fin troppo stirato, autoindulgente, quasi estenuato, che, considerato quanto circola in giro, non si pone esattamente ai vertici di settore.

Ovviamente ogni artista è libero di scegliere i tracciati che più gli aggradano, e comunque il Di Bonaventura pianista ha certo più di una freccia al proprio arco. L'iniziale "Kyrie Eleison," lirico e sospeso, molto immaginifico, alimenta per esempio belle promesse, poi mantenute almeno in "Movimento andino," dalla cantabilità rotonda e danzante, e nell'elegante piano solo conclusivo. Per il resto, come detto, nuoce un minimo quel gusto a tratti troppo scopertamente estetizzante, una certa esilità di fondo.

Assolutamente grandioso, per contro, il CD al bandoneon (in quartetto), dominato da una musicalità monumentale, con un clima per lo più meditativo, con la musica che respira in maniera veramente magistrale, non senza periodiche impennate verso territori più accesi. Che sia tutta una questione di strumentario (compresa la chitarra "aumentata" di Peghin, senza dimenticare l'apporto di contrabbasso e percussioni)? Del tutto probabile, a nostro avviso. Anche perché, come si diceva, la sorgente ispirativa è di fatto la stessa (non così i temi: l'unico che ritorna è proprio "Nadir").


Daniele Di Bonaventura - Nadir (2013)



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