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Giuni Russo - Jazz a casa di Ida Rubinstein (2021 Remaster) (1988/2021) Hi-Res

Giuni Russo - Jazz a casa di Ida Rubinstein (2021 Remaster) (1988/2021) Hi-Res

BAND/ARTIST: Giuni Russo

  • Title: Jazz a casa di Ida Rubinstein (2021 Remaster)
  • Year Of Release: 1988/2021
  • Label: WM Italy
  • Genre: Jazz, Vocal Jazz, Italian Jazz
  • Quality: Mp3 320 kbps / FLAC (tracks) / 24bit-96.0 kHz FLAC (tracks)
  • Total Time: 01:04:57
  • Total Size: 150 / 385 MB / 1,2 GB
  • WebSite:
Tracklist:

1. Giuni Russo - A mezzanotte (2021 Remaster)
2. Giuni Russo - Malinconia, ninfa gentile (2021 Remaster)
3. Giuni Russo - Le crépuscule (2021 Remaster)
4. Giuni Russo - La zingara (Fra l’erbe cosparse) (2021 Remaster)
5. Giuni Russo - Fenesta che lucive (2021 Remaster)
6. Giuni Russo - Vanne, o rosa fortunata (2021 Remaster)
7. Giuni Russo - Nell’orror di notte oscura (2021 Remaster)
8. Giuni Russo - Me voglio fà 'na casa (2021 Remaster)
9. Giuni Russo - A mezzanotte (feat. Uri Caine) (2021 Remaster)
10. Giuni Russo - Malinconia, ninfa gentile (feat. Paolo Fresu) (2021 Remaster)
11. Giuni Russo - Le crépuscule (feat. Franco Battiato) (2021 Remaster)
12. Giuni Russo - La zingara (Fra l’erbe cosparse) [feat. Paolo Fresu, Franco Battiato] (2021 Remaster)
13. Giuni Russo - Fenesta che lucive (feat. Paolo Fresu) (2021 Remaster)
14. Giuni Russo - Vanne, o rosa fortunata (feat. Brian Auger) (2021 Remaster)
15. Giuni Russo - Nell’orror di notte oscura (feat. Uri Caine) (2021 Remaster)
16. Giuni Russo - Me voglio fà 'na casa (2011 Version (2021 Remaster))

Uno dei dischi più dirompenti della musica pop italiana degli anni ’80 e ‘90; ovviamente lì per lì un mezzo flop, capito poco, ascoltato poco. Solo molti anni più tardi inizia a “crescere” tra il pubblico, A casa di Ida Rubinstein, restando però sempre un lavoro sostanzialmente di culto, citato (ed amato) solo dai veri appassionati. Un disco con cui Giuni Russo voleva liberarsi di Un’estate al mare e Alghero: canzoni di grande successo, certo, e che lei comunque amava, ma che l’avevano imprigionata in un ruolo che non sentiva minimamente suo, quella della sfornatrice di hit a misura di mercato e di airplay radiofonico (che a quell’epoca era legge assoluta). Troppo sfaccettata la sua personalità, troppo sfaccettata la sua curiosità artistica. Una vitale irriducibilità che allora (solo allora…?) non era tollerata dalla grande discografia, tant’è che la Russo venne bollata come “ingestibile” – questo addirittura su documenti ufficiali, nel travaglio legale per la risoluzione del contratto con la CGD a metà anni ’80.


Certo, era “ingestibile” per il pop immaginarsi un album di romanze di Bellini, Donizetti, Verdi riarrangiato però in chiave un po’ orchestrale (e ok) e un po’ jazz-fusion, con tanto di – per farci capire – A mezzanotte di Donizetti che trascolora in Last Train Home del Pat Metheny Group. Il tutto però evitando sempre e comunque il kitsch (che sarebbe stato lì a un passo, va detto). Era faticoso davvero per l’industria discografica di massa italiana di fine anni ’80 (ma anche per quella europea…) avere questa elasticità mentale: il grande momento di sperimentazione e libertà degli anni ’60 e ’70 era decisamente rientrato. Peter Gabriel con la sua Real World sarebbe arrivata solo l’anno dopo (seguendo la via delle strade del mondo e non tanto della contaminazione stilistica, ma appunto: il concetto e il principio erano la libertà), al massimo si poteva guardare all’Inghilterra degli Style Council e degli Swing Out Sister e pure di Sting solista per un pop che fosse sporcato da sonorità e scritture raffinate, ma lì in fondo era una questione di stile molto british, nulla di esportabile da noi, per carità. Noi – o meglio le case discografiche che comandavano il teatrino – volevamo le canzonette. E volevamo personaggi semplici a cantarle, soprattutto se donne.


Fu Battiato ad ospitare A casa di Ida Rubinstein con la sua piccola etichetta personale L’Ottava, dopo una lunga lista di rifiuti – il soccorso di un amico vero e di un artista altrettanto vero, con la sensibilità per capire la necessità di esprimersi della Russo su territori non convenzionali. E non convenzionale da quel momento in poi diventa proprio la carriera tutta della cantante siciliana, a ulteriore dimostrazione dell’importanza di quel disco. Bene fa allora la Warner a ristamparlo ed a farlo uscire il 10 settembre 2021, col titolo rivisto Jazz a casa di Ida Rubinstein, nel giorno in cui Giuni fosse stata ancora viva avrebbe compiuto settant'anni; e bene fa per completezza ad includere in questa release anche la versione aumentata postuma (2011), voluta dalla compagna di una vita (e musicista di vaglia) Maria Antonietta Sisini, dove si aggiungono interventi strumentali – misurati, eleganti, efficaci – di grandi strumentisti come Uri Caine, Paolo Fresu, Brian Auger. A completare il tutto, un DVD con vari interventi e con la registrazione del concerto del 1998 a Fano al festival Il Violino E La Selce (di nuovo, Battiato direttore artistico…) dove Giuni Russo si misurava dal vivo col repertorio dell’album.


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  •  wrote in 14:39
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Grazie per questo bellissimo post. Voce indimenticabile !
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  • didich
  •  wrote in 09:52
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Thanks a lot for HiRes